martedì 20 febbraio 2018

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini

Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini, 45 anni, laurea in scienze politiche e vari master in sociologia e comunicazione, quarta generazione di una famiglia di imprenditori, attivi nel settore immobiliare ed edile, a Milano e nel nord Italia, oggi candidato alle elezioni politiche con il centrodestra, nelle liste di Fratelli d’Italia.


Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini, 45 anni, laurea in scienze politiche e vari master in sociologia e comunicazione, quarta generazione di una famiglia di imprenditori, attivi nel settore immobiliare ed edile, a Milano e nel nord Italia, oggi candidato alle elezioni politiche con il centrodestra, nelle liste di Fratelli d’Italia.

DOMANDA: Perché è sceso in politica con il centrodestra a queste elezioni?RISPOSTA: In realtà sono sceso in campo, nell’oramai lontano 1986, a soli quattordici anni, iscrivendomi al Fronte della Gioventù del Movimento Sociale Italiano e, da allora, ho sempre fatto politica, con senso civico e spirito patriottico. Naturale, per me, oggi, continuare questa militanza con la fiamma di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

DOMANDA: Perché è sceso in politica con il centrodestra a queste elezioni?RISPOSTA: In realtà sono sceso in campo, nell’oramai lontano 1986, a soli quattordici anni, iscrivendomi al Fronte della Gioventù del Movimento Sociale Italiano e, da allora, ho sempre fatto politica, con senso civico e spirito patriottico. Naturale, per me, oggi, continuare questa militanza con la fiamma di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia.

DOMANDA: Quali proposte per il rilancio della economia italiana?

RISPOSTA: Abbassare il più possibile le tasse ed eliminare la burocrazia inutile, gli sprechi e la corruzione. Dare sostegno concreto, incentivi e sgravi fiscali, finanziamenti agevolati e garantiti, alle imprese che assumono, innovano e fanno formazione. Bisogna dare forza e libertà alla sana borghesia produttiva del nord, lasciarla creare lavoro e benessere diffuso. E bisogna dare ossigeno al ceto medio, diminuendo la tassazione, aumentando stipendi e pensioni. Ma la vera ricchezza della terra dei nostri padri (questo, ricordo, il significato del temine patria) sono la cultura e l’identità, il nostro immenso patrimonio storico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico, le nostre tradizioni ed il nostro folklore, dalla Alpi alla Sicilia, potremmo vivere solo di turismo. E di esportazioni, perché la qualità della nostra produzione nazionale (il tanto imitato marchio made in Italy), è eccellenza riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo (agroalimentare, moda, design, lusso e tecnologia).

DOMANDA: E nello specifico suo settore?

RISPOSTA: Faccio mie le dieci proposte di Assoedilizia: riduzione della pressione fiscale; sviluppo e rilancio dell’investimento da destinare alla locazione (da parte di gestori professionali, imprese e privati);  estensione della cedolare secca a tutti i contratti di locazione; attribuzione al contratto di locazione dell’efficacia di titolo esecutivo per il ripristino della legalità; liberalizzazione delle locazioni commerciali; stabilizzazione degli incentivi per gli interventi di manutenzione, riqualificazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico del patrimonio edilizio; misure di stimolo e di sostegno alla rigenerazione urbana; incentivi fiscali per le permute immobiliari; sviluppo del turismo attraverso la proprietà immobiliare privata; istituzione del Ministero dello Sviluppo immobiliare, della casa e dell’edilizia.


DOMANDA: Tante proposte giuste e interessanti, ma con quali soldi, visto l’attuale attuale crisi economica internazionale e con un debito pubblico così alto come quello italiano? 

RISPOSTA: Grazie della domanda che mi permette di spiegare la marcia in più di Fratelli d’Italia nella coalizione di centrodestra. Noi vogliamo una vera e propria rivoluzione patriottica che metta al centro della azione politica del governo e di tutte le istituzioni italiane, la nostra sovranità nazionale, i nostri sacrosanti interessi, a partire dalla sicurezza e dal benessere del nostro popolo, delle nostre famiglie e delle nostre imprese. In questo senso vanno rivisti e rinegoziati (a nostro favore) tutti i trattati internazionali e la nostra permanenza nel sistema EURO come nella NATO. Va limitato lo strapotere dell’alta finanza anarco-capitalista internazionale, delle borse e delle banche centrali come la BCE (quelli che io definisco poteri forti della plutocrazia mondialista) che pensano, innanzitutto, ai loro affari e guadagni privati, influenzando politica e governi, a danno di popoli e nazioni. L’Italia è una nazione ricca ma mal governata, bisogna statalizzare la Banca d’Italia, rinegoziare il nostro debito con gli strozzini ed usurai privati che battono moneta, mettere guinzaglio e museruola ai cani feroci e voraci della speculazione finanziaria, e tornare alla sovranità monetaria.

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